MEDICINA - ERBORISTERIA - ROSA SELVATICA (Rosa canina L.)

Pianta della famiglia delle Rosaceae, distribuita in Europa, in Asia e in Africa settentrionale. In Italia è comune nelle siepi e nelle macchie, dal piano alla zona montana.

GENERALITÀ
La rosa selvatica è un arbusto cespuglioso a foglie caduche, alto anche 3 m. I numerosi rami sono dapprima eretti, poi si fanno ricurvi o ricadenti. I rami principali si ramificano superiormente e sono ricoperti da aculei detti spine.
Le foglie, alterne sul fusto, sono composte, imparipennate, formate cioè da 5-7 o 9 foglioline di forma ovalare o ellittica, a base arrotondata e apice acuto. Il margine è sempre dentellato. Alla base del picciolo sono saldate due stipole che seguono il picciolo in quasi tutta la sua lunghezza.
I fiori sono riuniti in infiorescenze a corimbo disposte all'apice di rametti brevi. Sono formati ciascuno da cinque sepali di forma allungato-acuminata e da una corolla formata da cinque petali di colore bianco rosato o rosa carico. I petali hanno forma obovata e sono appena incisi all'apice.
I frutti sono racchiusi in un ricettacolo carnoso, che diventa rosso a maturità.
Per scopi terapeutici si utilizzano le foglie e i frutti.

IMPIEGO TERAPEUTICO
La rosa selvatica o rosa canina è pianta utilizzata fin dalla più remota antichità, in tutte le sue parti: foglie, fiori e frutti.
I fiori si utilizzano come leggeri lassativi. I frutti, noti sotto il nome di «cinorrodonti», hanno proprietà astringenti, diuretiche e antiscorbutiche. Le foglie hanno proprietà astringenti utili per chi soffre di diarrea.
La parte più interessante della pianta è certamente costituita dai cinorrodonti, che contengono nel loro interno dei peli rigidi e pruriginosi che stimolano la parete intestinale modificandone la motilità.
Con i frutti (cinorrodonti) si preparano conserve e marmellate molto ricche in vitamina C e quindi utili per aumentare le resistenza organica contro le malattie comuni nei cambiamenti di stagione.
I frutti e le confetture preparate con i frutti hanno particolare interesse alimentare e dietetico.
I principi attivi della rosa selvatica sono: sostanze tanniche, vitamma C, carotinoidi, acidi organici e polifenoli. Le foglie sono particolarmente ricche in tannini.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano le foglie come blando lassativo e astringente intestinale.
Si prepara con questa parte della pianta un infuso o tisana utilizzandone 10-20 g per litro di acqua bollente. Si lascia a riposo per 5 minuti, si filtra per tela. Si prende nella dose di 2-3 tazze al giorno.
Per uso interno si utilizzano anche i cinorrodonti, con i quali si prepara un decotto con 40 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 20 minuti, poi si filtra. Si prende il decotto così preparato a tazzine: 2-4 al giorno.
Con i cinorrodonti si prepara anche la tintura vinosa, utilizzandone 40 g per litro di vino rosso. Si lascia a macero per una settimana, si filtra per tela e si prende a bicchierini quale bevanda vitaminizzante e stimolante le funzioni renali.

- Uso cosmetico: con i frutti opportunamente omogeneizzati e privati dei peli irritanti si preparano maschere ad azione schiarente e tonificante.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le foglie di rosa selvatica si raccolgono in estate, da maggio a settembre, in giornate asciutte e quando la rugiada è scomparsa. Si colgono con le mani protette da guanti e si mettono a essiccare all'ombra, disponendole in sottile strato su graticciati. Si conservano in sacchetti di carta o di tela.
I cinorrodonti o frutti vengono raccolti al momento della maturità, quando sono completamente rossi e leggermente mollicci. Si tolgono dai frutti i semi e i peli irritanti interni. Si secca questa parte della pianta al sole per qualche giorno, poi si conserva in sacchetti di carta sigillati o in vasi di vetro scuro chiusi.
Le foglie e i cinorrodonti vanno rinnovati tutti gli anni.
La coltivazione della rosa selvatica non presenta difficoltà, sia partendo da seme sia per trapianto di giovani piantine o di rizomi raccolti in natura. I semi ottenuti dai frutti maturi vanno posti già in autunno in semenzaio. La germinazione avverrà solo in parte nella primavera dell'anno successivo: è più facile che il seme germini al secondo anno.
Ottenute le giovani piantine, si porranno a dimora quando avranno raggiunto un'altezza di 10 cm disponendole a una distanza di 50-60 cm una dall'altra. Queste piantine sono spesso utilizzate dai floricultori come porta innesto per varietà a fiore doppio, ornamentali.
Partendo da piante adulte raccolte in natura si opererà una potatura quasi basale o al massimo lasciando 10-15 cm di stelo prima del trapianto. Nella primavera dell'anno successivo si otterranno dal piede radicale nuovi germogli, che potranno già raggiungere dopo un anno di coltivazione un metro o più di altezza.
È comunque difficile durante il primo anno di coltivazione, anche per trapianto, ottenere fiori dalle piante; si avrà invece una buona produzione di fiori a partire dal secondo anno. Da seme la pianta raggiungerà la fioritura solo dopo 3-4 anni di coltivazione. La rosa selvatica va protetta da parassiti animali e vegetali che le recano danni a volte anche ingenti.
La rosa selvatica o canina viene spesso utilizzata per comporre siepi protettive.
 

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